Rassegna cinematografica antipsichiatrica

“MALATI DI NIENTE”

24 novembre, ore 18:30
“Respiro” regia di E. Crialese

1 dicembre, ore 18:30
“Woyzeck” regia di W. Herzog

8 dicembre, ore 18:30
“Matti da slegare” regia di S. Rulli, S. Petraglia, M. Bellocchio, S. Agosti

15 dicembre, ore 18:30
“Family life” regia di K. Loach

"Malati di niente"

"Si
tratta di trasferire al malato stesso il potere di produrre la sua
follia e la verità della sua follia, piuttosto che di cercare di
ridurlo a zero". Foucault

Il mese di dicembre sarà interamente
dedicato all’antipsichiatria e come ancor oggi sia importante lottare
contro l’emarginazione e la violenza inflitta a chi viene bollato come
pazzo. Oltre ad una cinerassegna a tema, il 9 dicembre interverranno
alcuni compagni del Collettivo Antipsichiatrico “Violetta Van Gogh”, di
Firenze, che ci esporranno le sofferenze e le ingiustizie inflitte dal
sistema ai "folli".
La nostra denuncia, affinché venga eliminato
questo sistema di cose, nasce anche dalla convinzione che non esiste
una malattia mentale che giustifichi comportamenti e leggi
discriminatorie e arbitrarie. Si viene diagnosticati "malati di mente"
sulla base del giudizio che lo psichiatra si fa del modo di pensare,
sentire, comunicare della persona che gli sta davanti, come un giudice
che decide cosa è giusto e cosa è sbagliato dire, fare, pensare.
Il
movimento antipsichiatrico nasce nei primi anni 70 e da subito denuncia
le violenze che subiscono sin dalla tenera età i cosi detti malati,
puntando il dito soprattutto sul ruolo repressivo che svolge la
famiglia: luogo inibitorio che amalgama sin dall’infanzia le persone
con il sistema, facendoli divenire cittadini modello. Quindi chiunque
tentasse di uscire fuori da questo mediocre circolo vizioso si
ritroverà etichettato come pazzo o schizofrenico. L’emarginazione,
però, non è la sola violenza che i trasgressori della normalità devono
subire ma anche il cosi detto "trattamento sanitario obbligatorio": un
vero e proprio sequestro di persone, a cui vengono somministrati
psicofarmaci (tipo il SERENASE che procura danni al sistema motorio e
crea uno stato permanente di confusione mentale), rinchiusi in celle di
isolamento e attaccati a letti di contenzione, per non parlare poi
delle continue e sempre sottaciute violenze inflitte loro da infermieri
e secondini (nel caso dei manicomi penitenziari). Se questo non dovesse
bastare a sedare la persona, si passa ad assaltare direttamente il
cervello: negli anni trenta con il coma da insulina, che eliminava gli
zuccheri presenti nel cervello facendolo morire, e oggi con la terapia
elettroconvulsivante o elettroshock in cui al paziente vengono
applicate due piastrine metalliche all’esterno dell’emisfero non
dominante del cervello, attraverso cui viene fatta passare una corrente
dell’intensità di circa 0.9 Ampere con una tensione di 100-110 Volt.
Nonostante la mancanza di adeguati e rigorosi studi scientifici questa
terapia è stata generalizzata e allargata alla quasi totalità dei
disturbi psichiatrici. L’unica cosa certa è che essa, provoca amnesia,
incapacità ad apprendere, danni cerebrali irreversibili, paura, apatia,
perdita di creatività, caratteristiche queste che ne fanno un ottimo
mezzo di controllo. Non é un caso infatti che molti dei suoi primi
esperimenti vennero finanziati dalla CIA, che nell’Africa “bianca”
viene usato come mezzo di tortura per costringere i ribelli a parlare e
che nel 1996 il ministro Bindi abbia reintrodotto questa pratica nei
casi depressione e schizofrenia.
Tutto questo ci fa riflettere su
come la psichiatria possa essere utilizzata dal potere come strumento
di controllo sociale. Chi non si allinea viene marchiato come malato e
come tale va curato. La soluzione più semplice è metterli da parte,
imbottirli di medicinali, e nel caso lobotomizzarli. Così la
psichiatria, pretendendo di curare i sintomi di diffusi malesseri
sociali e, mascherandoli con fantasiosi nomi di malattie inesistenti,
vuole impedire che si vada a fondo del problema introducendo valori di
libertà che comporterebbero una radicale trasformazione della nostra
struttura sociale. Quindi la nostra esigenza è di lottare contro
qualsiasi potere e contro qualsiasi istituzione operi per relegare in
un ghetto i "meno adatti" e i "più scomodi" della nostra società.

"Perché voi non sapete che cos’é un ospedale psichiatrico, né che cos’é la società….
….Perché
io posso testimoniare con chiarezza: questa società è malvagia, è
malsana. I padri di famiglia, i cosiddetti padri di famiglia, sono
degli assassini, siano essi infermieri, siano essi professori. Noi
dobbiamo semplicemente lavarci la faccia per guardarci: e la nostra
faccia è sporca. La faccia di questa società non vale nulla, perché
voi, tutti quanti, siete in malafede…" Un ricoverato

 

 

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