Presentazione del sito www.filiarmonici.org

Per un mondo senza galere

Venerdì 25 Febbraio

ore 20:00

– Presentazione di www.filiarmonici.org

Andreotti
era mafioso fino al 1980, ma non va in galera, Dell’Utri viene
condannato, ma non va in galera, il parlamento lancia un salvagente a
Previti, il governo di destra bombarda più di quello di sinistra,
beninteso sempre in missione di pace, Berlusconi si fa le ville
faraoniche alla faccia del popolo dei precari e i giudici invitano a
resistere, resistere, resistere. . . mentre la sinistra si adopera in
piroette e girotondi – il conflitto sociale sembra ormai defunto e al
suo posto le scorie dell’insoddisfazione per l’ingiustizia dilagante
invocano magistratura e polizia ad ogni passo, carcere per i criminali
e per i politici corrotti – ma chi chiede galera può costruire un mondo
libero?

– Cena & Tammurriata

Infidi onorevoli e magistrati coraggiosi

Manette o treppiedi per il capo del governo?

È
ufficiale: con le parole bellicose del rinnovato presidente usa la
democrazia si è messa risolutamente in cammino per divenire il sistema
di pensiero unico planetario e, allo stesso tempo, il modello di
organizzazione sociale al quale tutti dovranno, volenti oppure no,
conformarsi. Già da tempo, chi argomenta o agisce contro i principî
democratici vede immediatamente sminuite, quando non criminalizzate, le
proprie posizioni, in quanto palese attentato all’interesse generale.

L’impressionante
omogeneità di comportamenti delle forze politiche è riflesso di un
livello piuttosto basso di conflittualità, o meglio, di un’efficace
strategia di anestesia sociale. Il potere politico diventa sempre meno
tollerabile e sempre meno giustificabile sono la sua arroganza e la sua
stessa esistenza. Gli onorevoli spadroneggiano senza ritegno, si
dichiarano pacifisti e mandano i militari a bombardare popolazioni
lontane e sconosciute, si definiscono nonviolenti e appoggiano nei
fatti l’uso della tortura, si dipingono sul viso la preoccupazione per
le sorti degli strati più svantaggiati della popolazione e si adoperano
incessantemente per i propri privilegi.

La comprensibile
reazione di una porzione relativamente ampia del pubblico è quella di
cercare in giro qualcuno che provi a porre un freno a tanto
spadroneggiare. Personaggi di una certa fama e probabilmente
disinteressati, interni al potere giudiziario come Antonio Di Pietro o
esterni come Nanni Moretti indicano da anni che a tenere testa al
potere politico è ormai soltanto la magistratura, dotata di un certo
numero di uomini e donne non corruttibili e dunque poco disposti a
distogliere lo sguardo dalla continua e reiterata infrazione da parte
del potere politico delle sue stesse leggi. Se qualcuno pensa che il
fenomeno sia limitato all’Italia e magari al solo elettorato della
sinistra moderata, può essere forse indotto a rinunciare a tale
convinzione dalle parole che seguono:

"Non si vede forse, col
favore di una reazione etica, qualche magistrato coraggioso spezzare
l’impunità che garantiva l’arroganza finanziaria? Tassare le grandi
fortune (l’1% dei francesi possiede il 25% della ricchezza nazionale e
il 10% ne detiene il 55%), tassare gli introiti incassati dagli uomini
d’affari, denunciare lo scandalo delle spese di rappresentanza, colpire
con pesanti multe i gestori della corruzione, bloccare gli averi della
frode internazionale indicando a sufficienza, su una carta leggibile da
tutti, gli accessi al tesoro che i cittadini alimentano e di cui sono
sistematicamente spogliati. Non è meno vero che la pista si confonderà
sotto l’effetto devastante della rassegnazione se il denaro non sarà
recuperato per essere investito nel solo campo che sia veramente di
interesse generale: la qualità della vita quotidiana e del suo
ambiente." (Raoul Vaneigem, Avviso agli studenti, Nautilus, 1995.

Dunque
non un opinionista de L’Unità, ma un santone della colta ultrasinistra
libertaria, guru vivente della defunta Internazionale Situazionista,
che spezza la sua lancia in favore dei "magistrati coraggiosi",
indicando un sentimento che appare più che diffuso, quasi inevitabile.

Infatti,
anche se in una versione molto attenuata rispetto al periodo dei
processi di "mani pulite", i notiziari e la carta stampata traboccano
del perenne conflitto tra gli uomini in toga e quelli che siedono in
parlamento.

Suscitano da una parte indignazione e dall’altra
levate di scudi i disegni per facilitare la caduta in prescrizione di
reati commessi da membri della maggioranza, le sentenze di assoluzione,
semiassoluzione o condanna – da Andreotti a Dell’Utri, da Previti a
Squillante, ai torturatori di Sassari e di Genova e a cento altri,
senza poter tacere dell’impressionante e pittoresca sequela di processi
a carico di Silvio Berlusconi, sommo campione della via italiana al
disorientamento mediatico dello scontro sociale.

Lo schema sta
funzionando perfettamente: la destra forcaiola invoca la tutela del
cittadino dagli eccessi della magistratura, la sinistra garantista
sponsorizza irrigidimenti repressivi (il caso del regime di detenzione
41bis, è particolarmente chiaro), con un’alternanza continua e a tratti
frenetica di ruoli che rende incomprensibili le distinzioni e realizza
nei fatti, dietro l’apparenza di una rissosità esasperata, un partito
unico che non esce però mai allo scoperto.

Anzi, quasi mai. Se
vola un treppiedi allora tutte le forze politiche si esprimono nello
stesso identico modo, e se a qualcuno scappa una parola leggermente
fuori tono sarà sottoposto ad una specie di unanime linciaggio
massmediale.

E come si può dar loro torto: se si diffondesse
l’usanza di sputare addosso ai potenti – come è accaduto allo zerbino
calcistico del presidente del consiglio, Galliani, nello stadio di
Palermo – o di tirargli un cavalletto sul collo appena li si vede come
è successo allo stesso primo ministro, dove si andrebbe a finire?

Già, dov’è che si andrebbe a finire? 

 

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