Solidarietà alla Val Susa

"Non
tocca agli abitanti della Val Susa mettere in discussione il Tav.
L’Unione Europea, lo stato italiano, lo stato francese, la regione
Piemonte la pensano diversamente. (…) Se hanno deciso loro che
l’opera è inutile, mi spiace ma tocca ad altri decidere. Mettiamo pure
che abbiamo torto, comunque tocca a chi risponde a territori più vasti,
ad esigenze economiche più vaste prendere decisioni"

Mercedes Bresso, Presidente della Regione Piemonte


"Mi auguro che si mettano il cuore in pace tutti perché tanto l’opera sia, i cantieri sono aperti"
Pietro Lunardi, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

Da
quando si parla della costruzione di una linea ferroviaria ad alta
velocità (TAV) in Val Susa, la popolazione ha tentato in ogni modo di
opporsi all’ennesimo progetto di devastazione della valle in cui vive.
Nel lontano 1998 due nostri compagni trovarono la morte in seguito ad
una montatura giudiziaria con cui lo stato tentò di opporsi alle
diffuse azioni di sabotaggio, attribuendole ad una fantomatica
organizzazione terroristica. Ancora oggi numerosi compagni in lotta
contro la devastazione ambientale e il terrorismo statale vengono
perseguitati da un magistrato di nome Maurizio Laudi, che porta sulla
coscienza i nomi di Edoardo Massari e Maria Soledad Rosas.
L’opposizione
popolare alla costruzione della linea ad alta velocità Torino-Lione,
però, non si è fermata. Il 16 novembre uno sciopero generale ha visto
la partecipazione di 70 mila persone (praticamente tutta la popolazione
della Valle) e un blocco popolare ha presidiato i terreni di Venaus,
dove la coop rossa ravennate CMC, avrebbe dovuto iniziare i lavori il
30 novembre.
Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre la polizia ha
caricato il presidio causando decine di feriti e mostrando le reali
intenzioni dello stato agli ambientalisti di regime che ancora
predicavano la ricerca di trattative e di una mediazione.
Ciò non
rappresenta che l’ennesima dimostrazione di quanto sia falso
l’argomento della sovranità della maggioranza, con cui i benpensanti
difendono l’attuale ordinamento sociale. Tale sovranità vale fin tanto
che la volontà della maggioranza non intacca gli interessi politici ed
economici di chi comanda: ad esempio votando uno piuttosto che un altro
di due schieramenti politici, che comunque trovano sempre un accordo
per spartirsi il potere.
Quando la maggioranza esprime la volontà di
vivere in pace con gli uomini e con la natura, trova come unica
risposta del potere la repressione poliziesca.
Per questo vediamo
nell’autogestione delle lotte il miglior ostacolo alle prepotenze dei
governi e dei loro eserciti e nell’autogestione della società l’unica
possibilità per la nascita di un mondo nuovo.

CONTRO LO SVILUPPO INDUSTRIALE, UNICA PROMESSA CHE I POLITICANTI DI TUTTI I PARTITI HANNO INTENZIONE DI MANTENERE.

CONTRO LA DEVASTAZIONE AMBIENTALE E LA MILITARIZZAZIONE DELLA SOCIETA’.

SOLIDARIETA’ A TUTTI QUELLI CHE LOTTANO PER L’AUTODETERMINAZIONE DELLA
PROPRIA VITA.

LA LIBERTA’ E’ CONTAGIOSA E NON HA CONFINI!

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