Fuori gli eserciti dalla storia!

Sabato 17 febbraio, a Vicenza, una
manifestazione popolare tenterà di impedire la costruzione di una base
NATO voluta dal governo della sinistra (quella contro la guerra “senza
se e senza ma”). Non saranno certo gli anarchici a gridare allo
scandalo per il poco conto in cui la classe dirigente tiene la volontà
dei suoi elettori/sudditi. Del resto se ne sono accorti benissimo i
vicentini che hanno chiesto di non portare bandiere di partito al
corteo di sabato. E forse, che non c’è da fidarsi lo ha appreso negli
ultimi anni pure la popolazione campana, manganellata nelle piazze da
quella che considerava “la propria polizia” per aver ingenuamente
pensato di poter dire la sua in merito alla cosiddetta “emergenza
rifiuti”. Dalla Val di Susa a Scanzano Jonico, un dubbio comincia ad
insinuarsi fra la gente: che per ottenere ciò che si vuole  è meglio
non chiedere niente a nessuno.

Da
rivoluzionari che ambiscono ad una società in cui ogni attività umana
sia autogestita, esprimiamo la nostra solidarietà ad ogni lotta in cui
la volontà popolare venga espressa senza passare attraverso il filtro
della politica (intesa come esercizio del potere). Oltre ad essere un
terreno di sperimentazione per forme di socialità non corrotte dalla
gerarchia e dalla mercificazione, una lotta autogestita ha anche più
possibilità di raggiungere l’obiettivo che si prefigge: si limitano le
possibilità di tradimento e i politici sono costretti a fare
concessioni per paura di perdere consenso. Ma ciò che più importa è che
valsusini e vicentini, come gli studenti francesi o gli insegnanti di
Oaxaca, apprendano dalla lotta che la devastazione ambientale e il
militarismo, così come la precarietà lavorativa o uno stipendio da
fame, sono soltanto sintomi di un’organizzazione sociale in cui nessuno
è padrone della propria vita. Preti, politici e generali che vogliono
convincerci ad accettare questa assurdità sono i soli elementi
antisociali da mettere al bando. Purtroppo l’insensatezza di una vita
che ci passa addosso senza essere sfiorati dall’idea che la guerra, la
miseria e l’inquinamento siano un problema nostro, la abbiamo già
accettata abbindolati dal falso benessere che ci hanno concesso e dalle
menzogne a cui abbiamo voluto credere. Certo, a molti ha fatto comodo,
pensare che i politici pensassero a risolvere i problemi più difficili
e i militari tutelassero i cittadini. Ma perché nessuno trae le dovute
conseguenze, dopo aver osservato la polizia aggredire un corteo
popolare contro l’inceneritore mentre altri propri degni colleghi
controllavano un mercato di fertilizzanti che in realtà erano rifiuti
tossici? “Vabbè – continua a  credere il benpensante – si tratta di un
caso isolato di collusione con la camorra, ma la camorra esiste perché
i napoletani ce l’hanno nel sangue e sicuramente la camorra stava
dietro pure la protesta popolare. Altrochè! L’esercito ci vorrebbe!”.
Il povero fesso non si è accorto che l’esercito già glielo avevano
mandato: da più di cinquanta anni il principale gendarme del mondo, la
NATO, a cui fa capo la maggior parte dell’esercito italiano, ha il suo
comando per l’Europa a Bagnoli (l’altro è in Olanda). Più di duemila
militari e una presenza sul territorio napoletano che include, tra le
altre cose il Comando della Marina, dei sommergibili e della caccia
aerea antinavale nel Mediterraneo. In costruzione, presso Lago Patria,
una enorme base dove verrà trasferito (pare entro il 2011) il quartier
generale di Bagnoli: centinaia di milioni di euro per distruggere
centinaia di migliaia di metri quadri di natura e far spazio ad una
bella struttura militare con qualche altro migliaio di soldati. Come
tutti sanno, nel principale produttore del mondo di oppio che è
l’Afghanistan, oggi il potere è in mano alla NATO e alcuni “maligni”
pensano che questa istituzione un po’ di potere l’abbia pure dalle
nostre parti, dove il mercato dell’eroina svolge un ruolo non
trascurabile per l’economia locale. D’altronde non ci vuol molto a
capire che più gli affari sono sporchi, più creano miseria e più c’è
bisogno di un apparato militare che li protegga. Sarà per questo che il
militarismo è in drammatica espansione, aldilà di qualunque promessa
elettorale.

 

Ateneo Libertario, spazio anarchico – Napoli
 

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