Sulla rivolta di Pianura e su alcuni quesiti più o meno sensati

Da
quando gli abitanti di Pianura sono scesi in strada per opporsi
all’ulteriore utilizzo del loro territorio come sversatoio di rifiuti
ci è toccato ascoltare e leggere un’impressionante serie di
affermazioni ed analisi che mistificano ciò che sta accadendo, a volte
vere e proprie assurdità. Quando ciò ci viene propinato dai mezzi
d’informazione non ne siamo sorpresi, ma quando ci arriva da persone
che sembrano sostenere chi si ribella contro gli avvelenatori di Stato
la cosa si fa irritante. A volte ciò succede perché chi parla o scrive
vive lontano da qui e non sa quello che succede, altre volte perché
anche se vive da queste parti vede evidentemente solo ciò che vuol
vedere. In estrema sintesi desideriamo quindi precisare pochissime
questioni fondamentali:



1 – Che ruolo ha la camorra in tutto questo?

La
domanda è sbagliata alla radice. Prevede che ci siano la "Camorra" e lo
"Stato" come due entità distinte. Fa davvero meraviglia che anche
alcuni anarchici, nonostante la strumentazione teorico-pratica
ereditata da secoli di lotta antistatalista, ritengano che si possa
operare una distinzione tra due entità che  separabili non sono. Come
in una squadra di calcio c’è il portiere e il centravanti e in
un’azienda l’addetto alle relazioni con i committenti esteri e quello
addetto alla pulizia dei posaceneri così il dominio ha bisogno di
strumenti legali e strumenti illegali. Che a volte le persone che
incarnano questi ruoli si combattano tra loro, ma fa parte del gioco.
Anche Fini e Bossi si odiano, ma stavano nello stesso governo.
 

2 – Chi sono i teppisti incappucciati?

Si
è detto: "giovani leve che fanno tirocinio per entrare nelle file della
camorra"; "emissari della camorra che vogliono monopolizzare la lotta";
addirittura, "in realtà altri poliziotti o confidenti della polizia".
Cazzate, la risposta è molto più semplice: si tratta di ragazzi
giovanissimi simili a quelli delle banlieue parigine che si sono
scontrati con la polizia. I giornali li chiamano "teppisti", i ragazzi
per bene napoletani li chiamano "cuozzi", senza ideologie, spesso
aggressivi, a qualcuno sono simpatici solo se stanno a duemila
chilometri di distanza a prendere a pietrate le guardie, ma  se ce li
hanno vicini cominciano a fare distinguo e a storcere il naso. E la
polizia? Chi è interessato vada a vedere come andò tra l’agente di
polizia Tommaso Leone e un ragazzo in motorino, Mario Castellano, e se
ne farà un’idea approssimativa. E capirà perché uno degli slogan
preferiti delle curve è: "poliziotto – primo nemico".
 

3 – Sì, ma è possibile che la Camorra non c’entri niente?

Ovviamente
non è possibile che a Pianura non ci siano esponenti dei gruppi
camorristici. A qualcuno è arrivata voce che siano anche andati a
garantire l’incolumità di esponenti politici di destra recatisi sul
luogo, ma sono informazioni che non ci interessa verificare (siamo né
giornalisti né guardie). Per quello che ne sappiamo la camorra (insieme
a tutti gli altri) sulle discariche si è sempre ingrassata e non ha mai
interesse a che succeda casino, cosa che potrebbe interferire con i
suoi interessi da svolgere nella pace sociale.
 

4 – Perché lo Stato si sta comportando in maniera così goffa e violenta?

Probabilmente
per sradicare, attraverso la logica dell’emergenza, le lotte contro gli
inceneritori (pardon, termovalorizzatori) – in primis quello di Acerra
– che stanno facendo passare come l’unica soluzione possibile. E
certamente per altri motivi che conosceremo, forse, tra chissà quanti
anni.
 

5 – È  vero che ci sono molti fascisti tra i contestatori?

Nel
momento in cui democristiani, comunisti, verdi e associati vari sono al
potere da tanti anni è chiaro che qualche fascista cerca di sfruttare a
fini elettorali la situazione. È il loro mestiere e lo fanno, ma ciò
non aggiunge e non toglie niente alla lotta della gente di Pianura
contro lo Stato. Questo, come le eventuali dimissioni di Bassolino,
possono essere forse un problema di chi vota questa gente da tanti
anni, di chi ha sempre attaccato il nostro astensionimo, dicendo che
"gli altri erano peggio". Per noi tra Berlusconi e Bertinotti la
differenza è sempre stata assai poca e tutto ciò che sta venendo fuori
ce lo conferma, ogni giorno di più.
 

6 – Ma se ognuno di noi consumesse di meno e meglio…

Al
di là delle precisazioni sulla questione contingente e cronica dei
rifiuti della Campania dobbiamo sottolineare che la prospettiva di una
critica fondata sul comportamento "consumistico" individuale è parziale
e in quanto tale ingannevole. Ognuno di noi è assediato da oggetti
inutili e dannosi, da imballaggi, involucri e vuoti a perdere in
quantità crescente, tutta roba che una volta usata diviene rifiuto ed è
destinata in linea generale a divenire materiale nocivo. Senza dubbio
l’opposizione individuale o di gruppo da parte dei "consumatori" è un
passo obbligato e degno di interesse, ma a nostro avviso del tutto
insufficiente. Pensare che una qualsiasi soluzione alla devastazione
ambientale possa venire dalla "presa di coscienza" dei consumatori e
dalla conseguente sommatoria di comportamenti della moltitudine che si
trova nella parte terminale del ciclo produttivo è del tutto
fuorviante. La critica va portata al vertice della produzione, alla
progettazione politica, industriale, militare che decide cosa debba
essere prodotto e cosa no. Nessuno di noi sceglie di acquistare
un’automobile o un computer che dopo quattro anni diviene obsoleto, ma
è ciò che ci viene imposto dal mercato. Nessuno di noi preferisce il
pane impacchettato nella plastica invece che nella carta, ma è quanto
la legge sta progressivamente imponendo. Senza attaccare l’idea
propagandata dal dominio che per vivere meglio la produzione
industriale debba crescere senza sosta ogni scelta personale diviene un
palliativo buono per colpevolizzare i ceti popolari e assolvere i veri
responsabili dello sfacelo.
Dunque, andare in bicicletta va bene, ma
molto più importante sarebbe radere al suolo gli stabilimenti dove si
fabbricano le Ferrari…

contro le discariche, contro gli inceneritori, contro il sistema stato-camorra

 

Ateneo Libertario, spazio anarchico – Napoli 

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