La liberazione si conquista

LA LIBERAZIONE SI CONQUISTA

Tra
i proclami anti-immigrazione di un “nuovo” governo pieno di (ex?)
fascisti e le vecchie proposte, che certamente rispunteranno, di
slegare la giornata del 25 aprile dai suoi contenuti antifascisti e
partigiani, viene la voglia di rivendicare la propria identità.
Viene voglia di ricordare che il fascismo è stata la
realizzazione di quelle idee, ancora tanto diffuse, che impediscono
agli esseri umani di vivere in società libera dallo
sfruttamento.

 
Come
anarchici, non possiamo che provare assoluto disprezzo:

  • del
    culto del leader, noi che vogliamo l’autodeterminazione di ogni
    individuo;

  • del
    nazionalismo e del razzismo che ne consegue, noi che vogliamo
    l’abbattimento di ogni confine;

  • del
    militarismo e della repressione, noi che crediamo nella libertà;

  • della
    difesa degli interessi economici di chi detiene il potere politico e
    religioso, noi che pensiamo che tutto appartenga a tutti.

Per
queste ragioni noi odiamo il fascismo. Per le stesse ragioni vogliamo
abbattere l’organizzazione gerarchica della società.
L’Autorità oggi si chiama “Democrazia” e, a quanto ci
pare, ha poco da festeggiare.

I
vari Fiore, Borghezio e Storace sono solo un po’ più
folcloristici ma non v’è differenza fondamentale con
qualunque altro aspirante al Parlamento: “Dio, Patria e Famiglia"
è la ricetta per il volgo, “Sviluppo industriale, Crescita
economica e Legalità”, quella per la gente un po’ più
istruita. Il resto sono sfumature o, ad essere maliziosi, finzioni e
bugie. Sfumature sufficienti a far passare un amico di Pinochet come
il vecchio Papa per un brav’uomo in odore di santità e a
considerare “alternativi” i partiti che hanno abolito i diritti
sindacali e istituito il carcere duro e i lager per immigrati.
Finzioni che trasformano in pacifista chi ha bombardato Belgrado e
Bagdad e in martiri i mercenari che sparavano sulle
autoambulanze in Iraq. Bugie che fanno della camorra un fenomeno di
malcostume economico e, di un libro pubblicato da Mondatori,
l’illustratore di una realtà da cui sembrano estranei i
politici, i poliziotti e la NATO.

Niente
di meno sorprendente che, allo squallore di questa farsa, qualcuno
preferisca lo squallore del fascismo vecchia maniera: ugualmente
assassino ma, almeno, molto più diretto e facile da capire.
Con un’ immagine che purtroppo ci è diventata familiare (in
tutti i sensi): i topi emergono dalle fogne della nostra città.
Convegni, attacchinaggi e scritte sono alcuni dei mezzi che questi
personaggi utilizzano per riacquistare visibilità nel tessuto
sociale. Ma non illudano slogan populisti o farse da
pseudo-femministe alla Santanchè: il loro obiettivo è
sempre lo stesso, creare un gregge per affermare il loro potere. Se
nella nostra regione si “limitano” a queste pratiche, in altre
città d’Italia non lontane da noi (Roma ad esempio) non
mancano di mostrare il loro vero volto: le aggressioni, le minacce
nonché gli omicidi ai danni di attivisti politici, immigrati,
omosessuali e transessuali sono ormai all’ordine del giorno. Basti
pensare all’omicidio di Dax, al vero e proprio attacco armato a Villa
Ada nello scorso agosto e alla fantomatica "caccia al Rom"
degli ultimi mesi. Di fronte a tutto ciò i media e i politici
non fanno altro che occultare, giustificare e mistificare questi
episodi, proponendo come unica soluzione un aumento del controllo
sociale. D’altra parte i luoghi comuni xenofobi e sessisti radicati
nella mentalità comune non fanno che legittimare questi
episodi e queste azioni.

Anche
se è sempre meglio di otto ore lavorative, non sarà una
giornata di festa a modificare le coscienze. Non saranno le forze
dell’ordine, la magistratura né alcun antifascista di
mestiere a tutelarci dal pericolo di derive autoritarie. Ogni potere,
che si chiami “democratico” o “fascista” mira solo ad
affermare se stesso. Per questo la celebrazione del 25 aprile è
una farsa: una festa comandata non ha nulla a che vedere con una
liberazione.

Per
quanto ci sembri importante ricordare il 25 Aprile 1945 e la
resistenza partigiana (alla quale gli anarchici parteciparono
attivamente), questa data per noi non rappresenta sicuramente la fine
di una lotta, visto che gli ideali che hanno dato vita al fascismo
continuano ad esistere. Così come noi continuiamo a lottare
contro l’autorità e la gerarchia, le discriminazioni di
classe, sesso e razza. L’autogestione, l’assenza di delega e
l’uguaglianza sociale sono il nostro antidoto al fascismo.

 

Ateneo Libertario – Spazio Anarchico  Napoli

 

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