Field Recording

FIELD RECORDING
portate i suoni che volete


all’interno del KAOS TOUR ’07 c/o ATENEO LIBERTARIO


giovedì 15 marzo


Field recording = registrazione sul campo.
Si
intende anche un non-genere musicale dove il suono d’ambiente viene
riascoltato di solito a caso (in random) e senza regole precise. Chi si
occupa di field recording potrebbe essere definito un “fotografo del
suono”: l’ascoltatore si trova immerso in una sequenza quasi
fotografica dove può liberamente evocare immagini e riconoscere suoni
nascosti di città, campagna…
Le composizioni estemporanee ricordano la musica concreta degli anni ’50: i taglia, copia e incolla di Pierre Schaeffer.
…ci vediamo il pomeriggio alle 19,00 per organizzare i suoni della nottata
portate
i suoni da voi registrati di una durata variabile dai 3 ai 10 minuti,
in formato .ogg (va bene anche l’mp3) o su un lettore (penna, minidisk,
telefonino, hardisk,etc.) con un cavo jack stereo o usb per
l’acquisizione. per ulteriori informazioni email: nto@autistici.org

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L’Ateneo Libertario festeggia i suoi 3 anni di autogestione

Giovedì 8 Marzo

L’Ateneo Libertario festeggia i suoi 3 anni di autogestione

Ore 20:30

Cena Sociale

Tammurriata

 

 

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…e johnny prese il fucile

Giovedì 1 Marzo

Ore 19:00

– Aperitivo & DjSet

Ore 20:30

– Proiezione di:
  "e johnny prese il fucile"
Joe
Bonham, un giovane americano arruolatosi nell’esercito durante la
Seconda Guerra Mondiale, subisce gravissime mutilazioni. Ridotto alla
condizione di "torso umano", privato della vista e dell’udito, ma in
grado di pensare e capire ciò che accade intorno a lui, viene tenuto
forzatamente in vita in un ospedale. In un flusso di coscienza,
doloroso e interminabile, Joe rievoca situazioni ed eventi, fonde
ricordi e sogni, e trova finalmente il modo di comunicare col mondo
esterno. Tratto dall’omonimo romanzo del 1939 di Dalton Trumbo.

 

 

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Spagna 1936: la rivoluzione incompiuta

“…tutto
per cambiare la vita; per imprimere un altro ritmo a questa nostra
vita; perché gli uomini, ed io tra loro, possano essere fratelli;
perché l’allegria, almeno una volta, esplodendo nei nostri petti
esplodesse sulla terra; perché la Rivoluzione, questa Rivoluzione che è
stata il faro e l’emblema della Colonna di Ferro, potesse essere in un
tempo non lontano una realtà”

Un Incontrolado della Colonna di Ferro

Il
Fenix, Osservatorio astronomico contro la repressione, è uno spazio
occupato di Torino attivo nelle lotte contro la devastazione
ambientale, il razzismo e l’autoritarismo. Nel luglio 2005 il sindaco
DS Chiamparino ha deciso di sgombrarlo e, dopo che numerose
associazioni hanno rifiutato di impossessarsi dello spazio con la
complicità della violenza poliziesca, è stato recentemente donato al
locale CTS (la catena di agenzie turistiche giovanili), ben lieto di
accettare il regalo sebbene avesse già una sede a pochi passi.
Nonostante sgomberi e processi, però, il Fenix è ancora vivo più che
mai, come testimonia l’autoproduzione uscita lo scorso anno in
occasione del settantesimo anniversario della Rivoluzione Spagnola. Si
tratta dell’edizione italiana della “Cronaca appassionata della Colonna
di Ferro” di Abel Paz.
Abel Paz è lo pseudonimo di Diego Camacho,
figlio di contadini andalusi che, a quindici anni, si trovò immerso in
quello straordinario evento che fu la Rivoluzione Sociale, con cui il
popolo spagnolo rispose al sollevamento fascista di Franco il 19 luglio
1936. Poi Diego conobbe l’esilio e dieci anni di galera franchista, nei
quali iniziò a scrivere dell’esperienza rivoluzionaria diventando il
più grande biografo di Buenaventura Durruti.
Il testo che
presentiamo questo sabato, però, non parla di uomini passati alla
storia. “Nella Colonna di Ferro non c’era Durruti, non c’era Ascaso, né
Ortiz, né Mera. Era soltanto una colonna di proletari della FAI e della
CNT che si autodeterminava”. Come afferma il curatore dell’edizione
italiana, è proprio la vicenda di questi anonimi combattenti, molti dei
quali erano stati liberati dal carcere di San Miguel de los Reyes allo
scoppiare della rivoluzione, “l’esempio lampante e pratico di come
l’anarchia funzionasse anche in condizioni più che avverse, come quelle
militari, calate nel contesto avvelenato dalla ferocia della guerra
civile”. È dunque un interesse non soltanto storico quello che ci
spinge a parlare di quanto avvenne settanta anni fa: pensiamo sia
necessario continuare ad interrogarsi sulle possibilità dell’anarchia e
sugli ideali di emancipazione che, nonostante fiumi di sangue versato,
sembriamo ben lungi dal raggiungere. I problemi della libertà, della
proprietà e del militarismo emergono in tutta la propria brutale
concretezza dalla storia di questa colonna di miliziani. Essi hanno
dimostrato che un pugno di uomini, a cui la società borghese aveva
assegnato il posto di rifiuti, può trovare una ragione per vivere e
lottare felici nella volontà di affrontare questi problemi senza
delegarli ad un potere superiore.
Ma, per capire le scelte operate
da questi compagni occorre capire il contesto in cui vissero: un
contesto la cui memoria è stata rimossa da quasi quaranta anni di
franchismo. Consapevoli della difficoltà di descrivere a parole un
evento così complesso come la Rivoluzione Spagnola, vogliamo comunque
soffermarci su alcuni particolari che gli autori dei libri di storia
hanno “dimenticato”, come gli aiuti che il franchismo ricevette dalla
Francia, l’Inghilterra, il Vaticano, l’Unione Sovietica e la stessa
Repubblica Spagnola. Anche per questo ci sembra opportuno dare spazio
alle parole di Abel Paz: “Il blocco
reazionario che pianificò il colpo di stato militare non si sollevava
contro la repubblica di Azaña e Casares Quiroga, ma contro le forze
rivoluzionarie che si manifestavano via via più audacemente in seno
alla classe operaia e contadina spagnola.[…] Ideologicamente il
repubblicanesimo e la socialdemocrazia sono al fianco dello Stato,
della religione, della patria, della proprietà privata, ecc. Gli
esponenti di questi schieramenti politici oggettivamente corrispondono
a quelli che sull’altro fronte si erano sollevati in armi contro la
classe operaia, pertanto erano controrivoluzionari attivi nella zona
repubblicana e per questo si prestavano, sostenuti da molti pretesti, a
riorganizzare lo Stato e la sua autorità. Ma questa riorganizzazione
non era indirizzata a distruggere le forze fasciste, bensì a
distruggere la rivoluzione che il popolo con il suo primo impulso aveva
messo in marcia… Questa era la verità, che la cruda realtà della guerra
oscurò facendo diventare tutti miopi. L’introduzione dello stalinismo
in questo labirinto, è una circostanza che rafforza la
controrivoluzione, perché questa risulta alleata della politica estera
perseguita da Stalin in quei momenti. La rivoluzione, quella vera, era
durata appena un’estate. Durruti aveva lottato controcorrente, senza
piegarsi fino all’ultimo momento. Morire come era morto, senza
transigere, era la sua più grande vittoria su sé stesso. Ora era il
turno di altri, e tra questi c’erano i disperati della Colonna di
Ferro”.

L’opera della Colonna è rimasta incompiuta: la
miopia collettiva di cui parla Abel Paz affligge più che mai la nostra
società se un amico di Pinochet come Carol Woytila può essere ricordato
come un brav uomo e il Presidente Napolitano può parlare di solidarietà
senza che nessuno gli ricordi delle centinaia di immigrati uccisi dalla
legge razzista che porta il suo nome. Per questo, pensiamo abbia senso
parlare del ’36 in Spagna; per questo riteniamo conveniente sottoporre
a critica ogni verità rivelata (ci perdoni il Santo Padre il nostro
relativismo).

Gli anarchici e le anarchiche dell’Ateneo Libertario di Napoli

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“Il ritorno di Cagliostro” e “Enzo, domani a Palermo”

Giovedì 15 febbraio

ore 19:00

– Aperitivo & DjSet

Ore 20:30

– Proiezione di:
  "Il ritorno di Cagliostro" regia di Daniele Ciprì e Franco Maresco

Giovedì 22 febbraio

ore 19:00

– Aperitivo & DjSet

Ore 20:30

– Proiezione di:
  "Enzo, domani a Palermo" regia di Daniele Ciprì e Franco Maresco

 

 

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Cronaca appassionata della Colonna di Ferro

Sabato 10 Febbraio 2007

Ore 19:00

– Aperitivo & DjSet

Ore 20:30

– Proiezione di:
  "La colonna di Ferro verso Teruel"

– Presentazione del libro:
  "Cronaca appassionata della Colonna di Ferro" di Abel Paz
  Interverrà Mario Frisetti, traduttore dell’edizione italiana

…a seguire
   Antonio Mainenti in concerto

 

 

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Spagna 1936

Giovedì 8 Febbraio 2007

– Ore 19:00
  Aperitivo & DjSet

– Ore 20:30
  Proiezione del documentario:
  "Spagna ’36, l’utopia si fa storia"
 
Spagna 1936, un popolo in armi contro il fascismo e per la rivoluzione
sociale egualitaria e libertaria nelle immagini di un documentario
girato tra il 1936 e il 1937 da operatori del Sindicato de la Industria
del Espectaculo di Barcellona aderente alla CNT (Confederación Nacional
del Trabajo). Finalizzato all’epoca a sollecitare la solidarietà
internazionale antifascista, il commento originale del documentario,
intitolato Fury over Spain, era in inglese, con una retorica adeguata
allo scopo. Alla metà degli anni Settanta, verso la fine dell’era
franchista, il Comitato Spagna Libertaria di Milano ebbe dagli archivi
iconografici della CNT copia di questo filmato per il quale riscrisse
la colonna sonora secondo lo «spirito dell’epoca». Vent’anni dopo, il
Centro Studi Libertari/Archivio «Giuseppe Pinelli» ha rimesso in
circolazione questo filmato con un commento sonoro nuovamente rimesso
allo stile dei tempi. E con le stesse immagini, beninteso. Perché la
memoria di un evento storicamente enorme non si perda.

…a seguire
   LiberaJamSession (portatevi gli strumenti)

 

 

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Fuori gli eserciti dalla storia!

Sabato 17 febbraio, a Vicenza, una
manifestazione popolare tenterà di impedire la costruzione di una base
NATO voluta dal governo della sinistra (quella contro la guerra “senza
se e senza ma”). Non saranno certo gli anarchici a gridare allo
scandalo per il poco conto in cui la classe dirigente tiene la volontà
dei suoi elettori/sudditi. Del resto se ne sono accorti benissimo i
vicentini che hanno chiesto di non portare bandiere di partito al
corteo di sabato. E forse, che non c’è da fidarsi lo ha appreso negli
ultimi anni pure la popolazione campana, manganellata nelle piazze da
quella che considerava “la propria polizia” per aver ingenuamente
pensato di poter dire la sua in merito alla cosiddetta “emergenza
rifiuti”. Dalla Val di Susa a Scanzano Jonico, un dubbio comincia ad
insinuarsi fra la gente: che per ottenere ciò che si vuole  è meglio
non chiedere niente a nessuno.

Da
rivoluzionari che ambiscono ad una società in cui ogni attività umana
sia autogestita, esprimiamo la nostra solidarietà ad ogni lotta in cui
la volontà popolare venga espressa senza passare attraverso il filtro
della politica (intesa come esercizio del potere). Oltre ad essere un
terreno di sperimentazione per forme di socialità non corrotte dalla
gerarchia e dalla mercificazione, una lotta autogestita ha anche più
possibilità di raggiungere l’obiettivo che si prefigge: si limitano le
possibilità di tradimento e i politici sono costretti a fare
concessioni per paura di perdere consenso. Ma ciò che più importa è che
valsusini e vicentini, come gli studenti francesi o gli insegnanti di
Oaxaca, apprendano dalla lotta che la devastazione ambientale e il
militarismo, così come la precarietà lavorativa o uno stipendio da
fame, sono soltanto sintomi di un’organizzazione sociale in cui nessuno
è padrone della propria vita. Preti, politici e generali che vogliono
convincerci ad accettare questa assurdità sono i soli elementi
antisociali da mettere al bando. Purtroppo l’insensatezza di una vita
che ci passa addosso senza essere sfiorati dall’idea che la guerra, la
miseria e l’inquinamento siano un problema nostro, la abbiamo già
accettata abbindolati dal falso benessere che ci hanno concesso e dalle
menzogne a cui abbiamo voluto credere. Certo, a molti ha fatto comodo,
pensare che i politici pensassero a risolvere i problemi più difficili
e i militari tutelassero i cittadini. Ma perché nessuno trae le dovute
conseguenze, dopo aver osservato la polizia aggredire un corteo
popolare contro l’inceneritore mentre altri propri degni colleghi
controllavano un mercato di fertilizzanti che in realtà erano rifiuti
tossici? “Vabbè – continua a  credere il benpensante – si tratta di un
caso isolato di collusione con la camorra, ma la camorra esiste perché
i napoletani ce l’hanno nel sangue e sicuramente la camorra stava
dietro pure la protesta popolare. Altrochè! L’esercito ci vorrebbe!”.
Il povero fesso non si è accorto che l’esercito già glielo avevano
mandato: da più di cinquanta anni il principale gendarme del mondo, la
NATO, a cui fa capo la maggior parte dell’esercito italiano, ha il suo
comando per l’Europa a Bagnoli (l’altro è in Olanda). Più di duemila
militari e una presenza sul territorio napoletano che include, tra le
altre cose il Comando della Marina, dei sommergibili e della caccia
aerea antinavale nel Mediterraneo. In costruzione, presso Lago Patria,
una enorme base dove verrà trasferito (pare entro il 2011) il quartier
generale di Bagnoli: centinaia di milioni di euro per distruggere
centinaia di migliaia di metri quadri di natura e far spazio ad una
bella struttura militare con qualche altro migliaio di soldati. Come
tutti sanno, nel principale produttore del mondo di oppio che è
l’Afghanistan, oggi il potere è in mano alla NATO e alcuni “maligni”
pensano che questa istituzione un po’ di potere l’abbia pure dalle
nostre parti, dove il mercato dell’eroina svolge un ruolo non
trascurabile per l’economia locale. D’altronde non ci vuol molto a
capire che più gli affari sono sporchi, più creano miseria e più c’è
bisogno di un apparato militare che li protegga. Sarà per questo che il
militarismo è in drammatica espansione, aldilà di qualunque promessa
elettorale.

 

Ateneo Libertario, spazio anarchico – Napoli
 

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Presentazione dell’agenda “SCARCERANDA”

Giovedì 25 Gennaio 2007

Ore 19:00

– Aperitivo & DjSet

Ore 20:15

– Presentazione dell’agenda 2007: SCARCERANDA
 
Un’agenda "contro ogni carcere giorno dopo giorno, perché di carcere
non si muoia più, ma neanche di carcere si viva", come recita il motto
che l’accompagna dalla sua prima uscita nel 1999. In questi anni
Scarceranda si è diffusa dentro e fuori le carceri tra quelle persone
che hanno a cuore i problemi posti dal sistema della detenzione:
problemi sia contingenti, sovraffollamento, invivibilità, malattie,
morti, disumanizzazione, ecc., sia di prospettiva, ossia se si possa
avviarci – e come – a un superamento del carcere e del sistema penale.

Ore 21:30

– Proiezione del film: "Brazil" regia di Terry Gilliam

 

 

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Bilancio dell’Ateneo Libertario (aggiornato il 24 gennaio 2007)

Bilancio dell’Ateneo Libertario
aggiornato il 24 gennaio 2007

Entrate

– 43,30 € (iniziativa del 7/12/2006)

– 47,30 € (iniziativa del 14/12/2006)

– 35 € (iniziativa del 21/12/2006)

– 1012 € (sottoscrizioni da parte dei compagni)

– 275 € (sottoscrizione dallo spazio anarchico di Modena, "Libera")

– 145 € (iniziativa del 28/12/2006)

– 40 € (iniziativa del 11/01/2007)

– 42,75 € (iniziativa del 18/01/2007)

TOTALE: 1597,60 €

Uscite

– 40 € (spese per il bar)

– 66,18 € (bolletta arin di lug/ago/sett e ott/nov/dic 2006)

– 830 € (affitto gennaio e febbraio 2007 – da pagare)

– 1245 € (affitto di ott/nov/dic 2006)

– 43 € (bolletta enel di dicembre 2006)

– 6 € (manifesti iniziativa del 18/1/2007)

– 12 € (manifesti iniziativa del 25/01/2007)

– 26 € (spese per il bar)

TOTALE: 2268,18 €

Totale complessivo: – 627,83 €

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