Bilancio dell’Ateneo Libertario

Bilancio dell’Ateneo Libertario

aggiornato il 20 gennaio 2007

Entrate

– 43,30 € (iniziativa del 7/12/2006)

– 47,30 € (iniziativa del 14/12/2006)

– 35 € (iniziativa del 21/12/2006)

– 1012 € (sottoscrizioni da parte dei compagni)

– 275 € (sottoscrizione dallo spazio anarchico di Modena, "Libera")

– 145 € (iniziativa del 28/12/2006)

– 40 € (iniziativa del 11/01/2007)

TOTALE: 1597,60 €

Uscite

– 40 € (spese per il bar)

– 66,18 € (bolletta arin di lug/ago/sett e ott/nov/dic 2006)

– 830 € (affitto gennaio e febbraio 2007 – da pagare)

– 1245 € (affitto di ott/nov/dic 2006)

– 43 € (bolletta enel di dicembre 2006)

– 6 € (manifesti iniziativa del 18/1/2007)

TOTALE: 2230,18 €

Totale complessivo: – 632,58 €

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I 400 colpi

Giovedì 18 gennaio 2007

ore 19:00
– Aperitivo/DjSet

ore 20:30
– Proiezione del film: "I 400 colpi" regia di Francois Truffaut

 

 

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Proiezione del film: “Magdalene”

Giovedì 11 Gennaio

Ore 19:00

– Aperitivo & DjSet


Ore 20:30

– Proiezione del film: "Magdalene" regia di Peter Mullan

Irlanda
1964-68. Fondati nell’Ottocento e gestiti, dall’inizio del Novecento,
dalle Sorelle della Misericordia, i conventi-carceri Magdalene
ospitavano prostitute e ragazze, mandate dalle famiglie e dagli
orfanotrofi, per espiare i loro peccati sessuali con la preghiera, la
disciplina e il lavoro (non pagato) di lavandaie. In primo piano le
storie di quattro di loro: due evadono, una impazzisce e l’altra esce
dopo qualche anno e si rifà una vita. Tira l’aria del Dickens più cupo
e realisticamente più visionario in questo film duro, crudo e reale. Il
suo tema centrale è la carità cristiana come strumento di tortura,
oppressione e annientamento della dignità, anzi dell’identità umana.

 

 

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Frammenti: poesie d’amore contro la guerra

Giovedì 21 Dicembre

Ore 19:00

– Aperitivo e DjSet

Ore 20:30

-Presentazione del libro: "Frammenti: poesie d’amore contro la guerra" di Giuseppina Salvemini

Questo
libro è un viaggio che ci accompagna nei luoghi più profondi della
consapevolezza. Toglie il velo ad una realtà umana che non ha nulla di
meraviglioso. Le azioni dell’uomo si distinguono per l’efferatezza
delle guerre, degli stermini e delle prigioni, mentre dimenticano le
bellezze della vita: le aurore, le stelle, le stagioni, i profumi. Ma
sopratutto l’amore. E l’autrice le rimette in gioco, tirando sassi e
accarezzandoci di lacrime e di sogni mai perduti.

a seguire cena sociale, vino, balli e musica

 

 

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Iniziativa su “Piazza Fontana”

Giovedì 14 Dicembre

Ore 19:00

– Aperitivo e DjSet

Ore 20:30

-Proiezione del film: "Il filo della memoria. Giuseppe Pinelli" regia di Elio Petri & Nelo Risi

12
dicembre 1969. Piazza Fontana. Una bomba nella Banca Nazionale
dell’Agricoltura a Milano uccide 16 persone: è l’inizio della
"Strategia della tensione", messa in atto da settori dello Stato e dei
poteri forti ed occulti per bloccare la crescita delle lotte
studentesche ed operaie. Le indagini coinvolgono subito sul movimento
anarchico: il "mostro" viene additato in Pietro Valpreda, che viene
arrestato il 15 e tenuto per 38 giorni in cella d’isolamento. Nella
notte tra fra il 15 e il 16 durante un interrogatorio cade, "suicidato"
dal 4° piano della Questura di Milano, il ferroviere anarchico Pino
Pinelli, dopo 3 giorni di fermo illegale. Testimonianze sostengono che
nella stanza fosse presente il commissario Calabresi. Il questore,
Guida, fu negli ultimi anni del ventennio direttore del confino di
Ventotene. Le contraddittorie e surreali dichiarazioni della polizia
parleranno di suicidio, mentre una sentenza – del giudice Gerardo
D’ambrosio – si inventerà il concetto di "malore attivo". Passeranno
anni perchè dopo una grande campagna del Movimento Anarchico e della
sinistra extraparlamentare la montatura contro gli anarchici venga
smontata e perchè si evidenzino le responsabilità materiali
dell’estrema destra nella strage.

 

 

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Proiezione de “Il Terrorista”

Giovedì 7 dicembre


ore 19:00 – Aperitivo & DjSet


ore 20:30 – Proiezione del film: "Il Terrorista" regia di: Gianfranco De Bosio

A
Venezia, verso la fine del ’43, Renato Braschi (G.M. Volonté) e un
gruppo di partigiani compiono atti di sabotaggio contro i tedeschi.
Sotto la vernice di un film d’azione è un dibattito politico ed etico,
un’analisi storica delle varie forze che, tra contraddizioni e attriti,
si coagularono nel C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale) nella
lotta antifascista durante la Resistenza. G. De Bosio e il suo
sceneggiatore Luigi Squarzina sono riusciti a calare idee e conflitti
nei personaggi, in un dialogo che diventa traino dell’azione
drammatica. Venezia come teatro di un film della Resistenza è una
scelta stilistica prima che storica. Così scabra e indifferente sotto
la pioggia, di un grigiore nebbioso che la spoglia di seduzioni
mediterranee, acquista un fascino quasi fantomatico, da acquario. Tra
gli interpreti fa spicco un Volonté trentenne, non ancora famoso, ma
già generosamente impegnato e incisivo.

 

 

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Solidarietà al Gruppo Antagonista Antiautoritario

Un’intera nazione, i più illustri intellettuali,
tutti intenti in  questi giorni a spiegare che, dalle nostre parti, non
è possibile vivere perché  c’è troppa violenza e quindi ci vorrebbero
l’esercito e polizia ad ogni angolo di strada. Nessuno che faccia
notare come  esercito e polizia siano direttamente coinvolti nel
controllo del mercato dell’eroina che qui a Napoli, come in Afghanistan
dove sono in “missione umanitaria”, rappresenta un’enorme fetta del
sistema economico che essi devono difendere. E hanno il coraggio di
parlare di “arretratezza culturale” questi difensori di una “cultura
democratica” che trasforma il significato delle parole: il fascismo è
una libera opinione, le leggi razziste si chiamano “controllo dei
flussi  migratori”, i mercenari sono patrioti o addirittura “martiri” e
la  guerra è un’“operazione di pace”.

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Giovedì 16 & Giovedì 23

Giovedì 16 Novembre 2006


ore 19:00 – Aperitivo & DjSet

ore 20:30 – Proiezione del film: "1984" regia di Michael Radford

…a seguire – LiberaJamSession (portatevi gi strumenti!!!)


Giovedì 23 Novembre 2006


ore 19:00 – Aperitivo & DjSet

ore 20:30 – Proiezione di: "Non son l’uno per cento" documentario sugli anarchici a Carrara
Carrara,
la città del marmo e culla dell’anarchismo internazionale. Un editore,
un professore, uno scultore, uno storico e un tipografo ci parlano di
Anarchia, della F.A.I. (Federazione Anarchica Italiana), partendo dal
1984, attraverso la rivoluzione spagnola del ’36, la lotta partigiana e
la fine della II guerra mondiale, per arrivare a discutere del
presente: i movimenti no-global e new-global, il lavoro precariato, la
guerra, l’ambiente . . .

…a seguire – Concerto di: Aspirale Duo

 

 

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Contro la psichiatria e il mondo che la produce

Una storia come tante quella di Giuseppe Casu, un
venditore ambulante abusivo di Quartu Sant’Elena, in provincia di
Cagliari. Dopo che gli sbirri gli avevano notificato due multe di 5000
euro in due giorni, è stato immobilizzato e rinchiuso a causa della sua
“agitazione psicomotoria”. Il sindaco ha firmato un documento in cui
alcuni “medici”, senza aver mai visto né conosciuto Giuseppe, lo
giudicavano meritevole di un Trattamento Sanitario Obbligatorio
(ricovero coatto). Niente di eccezionale: è la pratica eseguita da ogni
sindaco in caso di “necessità” ed ogni ospedale possiede un reparto
adibito a questo tipo di  ricoveri. Il trattamento pure è stato quello
solito: Giuseppe è stato legato mani e piedi per sette giorni ed
imbottito di psicofarmaci, sebbene fosse ferito dall’aggressione e
riportasse tracce di sangue nelle urine. La terapia però non ha
funzionato (o ha funzionato troppo): Giuseppe è morto il 22 giugno per
“tromboembolia venosa”. In realtà è morto di “guerra all’abusivismo” e
di “battaglia per la legalità”.

Lo strumento
con cui lo stato lo ha ammazzato si chiama psichiatria e, al contrario
di quanto si pensa, non ha niente a che vedere con la medicina. È una
pratica poliziesca: non esiste disciplina medica che preveda cura
contro la volontà del paziente. Chi è fuori dai limiti imposti
dall’autorità viene eliminato. Ma gli sbirri moderni qualche volta,
anziché piantarti una palla in fronte, si travestono da medici e ti
“curano” dalla tua “pazzia”. Insomma li dovresti pure ringraziare.
Quell’ingrato di Giuseppe invece si agitava come un pazzo solo perché
dopo diecimila euro di multa lo immobilizzavano e lo caricavano di peso
su un’ambulanza. L’unica malattia che aveva era il non possedere una
licenza per vendere i suoi ortaggi. Vabbè si sono sbagliati,… però “la
gente si lamenta, non si trova parcheggio e i bottegai che vendono la
verdura in negozio si lamentano della concorrenza”, come ha detto
l’assessore alle politiche sociali di Quartu, De Lunas, a mo’di
giustifica. In altre parole, non era pazzo Giuseppe (e non ci sarebbe
niente di strano nell’ impazzire quando si è derubati ed aggrediti  da
uomini armati), però dava fastidio. Questa è la psichiatria: non ne
esiste una buona! Levate allo psichiatra il potere della violenza ed
una persona indifesa da “curare” e non vi resterà che l’intolleranza di
un uomo rispetto a certi comportamenti, rivestita di teorie
pseudoscientifiche (più o meno tante quanti sono gli psichiatri).

Se
credete che la faccenda non vi riguardi perché siete delle persone per
bene che non mostrano segni di squilibrio date uno sguardo al sito www.aifa.it
dell’Associazione Italiana Famiglie ADHD. Si tratta di un associazione
che promuove l’applicazione di trattamenti psichiatrici sui bambini
diagnosticati afflitti da Attention Deficit Hyperactivity Disorder. Sul
loro sito si legge che i malati “sono alcuni di quei bambini che
troviamo alle feste dei nostri figli, nei bus o sul treno, nelle scuole
o per la strada e che si mostrano continuamente agitati, in continuo
movimento, che non riescono a stare mai fermi, che si dimenano
continuamente e che i genitori trovano grande difficoltà a tenere
"buoni". Quando, poi, iniziano a frequentare la scuola sono quei
bambini che le insegnanti non vorrebbero mai tenere: si alzano
continuamente dal loro posto, danno fastidio ai compagni, non riescono
a svolgere i compiti assegnati e finiscono spesso per cambiare banco,
classe e talvolta scuola”. Ma l’AIFA ci spiega che “in realtà questi
bambini non hanno nessuna colpa, né tanto meno i loro genitori che
invece vengono spesso additati come incapaci a svolgere bene il proprio
ruolo di educatori. Se il bambino risponde ad una serie di criteri
clinici ben definiti dal mondo scientifico la loro è una vera patologia
organica e come tale meritevole di una precisa terapia. Solo con
l’ausilio di una giusta terapia i bambini cambieranno radicalmente il
loro modo di vivere e tutti, genitori, insegnanti, compagni ma
soprattutto il bambino, potranno finalmente cogliere la bellezza di una
vita normale”.
È un ottimo esempio di come funziona la psichiatria:
si teorizza che un certo comportamento è malato spiegando quanto è
fastidioso per la brava gente, si giustifica la violenza subita dal
paziente col fatto che il malato non è in grado di conoscere cosa è
bene per lui e quindi la sua volontà non conta niente, si parla spesso
in nome del bene di tutti. Nel mondo 17 milioni di bambini sono
diagnosticati afflitti da "disturbi mentali" e subiscono trattamenti
farmacologici a base di stimolanti simili alla cocaina o di potenti
antidepressivi, con quasi 400 morti correlate al trattamento. In Italia
numerosi progetti pilota psichiatrici (www.fdarianna.it/progetto%20prevenzione.htm)
proliferano da alcuni anni nelle scuole, trasformando gli insegnanti in
segnalatori di bambini a partire dai cinque anni: test a risposta
multipla rivelano patologie come l’ADHD o comunque legate al rendimento
scolastico e causano la consegna del bambino nelle mani della
psichiatria. Tutto ciò per la gioia delle case farmaceutiche e di
persone come il pediatra napoletano Raffaele d’Errico, fondatore
dell’AIFA. Sul sito si trova la pubblicità del suo studio pediatrico e
le sue referenze di uomo di fede, tra cui spicca un video in cui
presenta l’AIFA nientemeno che a Carol Woytila. Molto significativo:
psichiatria e religione non possono che andare d’accordo. Entrambe
teorizzano un uomo perfetto e inducono l’individuo ad annullarsi, nel
tentativo di raggiungere questo mostruoso ideale. Esisteranno finché la
vita sociale si svolgerà in base alle decisioni prese da pochi che, per
realizzare i propri piani (magari pieni di buone intenzioni), hanno
bisogno di burattini privi di volontà. A noi spetta tentare di
conservare l’umanità che quotidianamente tentano di strapparci.


Gli anarchici e le anarchiche dell’Ateneo Libertario di Napoli

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Iniziativa antipsichiatrica

Giovedì 9 Novembre 2006


Ore 19:00

– Aperitivo & DjSet


Ore 20:30

– Presentazione dell’opuscolo "…sul manicomio.." di Sabatino Catapano
  Un’esperienza del sistema psichiatrico vissuta nel manicomio di Aversa

– Proiezione di: "Socialmente pericolosi" documentario sul manicomio di Aversa

 

 

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