…un anno di autogestione

ATENEO LIBERTARIO
…un anno di autogestione

Da un anno in Vico
Verde Monteoliveto 4 autogestiamo l’Ateneo Libertario, uno spazio
anarchico libero da gerarchie e dalle logiche di partito.
Da un anno
diffondiamo l’idea libertaria con la biblioteca, le proiezioni di film
e documentari, la distribuzione di libri e musica perché crediamo che
in essi vi siano i semi per un mondo nuovo, che può nascere solo dalla
nostra voglia di cambiare. Consapevoli di vivere in una società fondata
sulla guerra e sullo sfruttamento, crediamo che l’unico modo per
raggiungere la felicità sia l’abbattimento di ogni forma di proprietà,
autorità e domino dell’uomo sull’uomo.
Negli ultimi periodi abbiamo
assistito ad una vera e propria militarizzazione dei nostri quartieri,
con l’arrivo di circa 160.000 rappresentanti delle forze
dell’(dis)ordine. Con il pretesto della guerra alla camorra, ci siamo
trovati invasi da militari che dovrebbero garantirci una “vita sicura”:
ma essere fermati e ispezionati ogni 100 metri ad un posto di blocco è
il prezzo da pagare per la “sicurezza”?
Pensiamo che la camorra
continua ad esistere perché è parte integrante delle istituzioni e che
i massacri tra camorristi non sono altro che “riequilibri” di potere.
Noi
anarchici non vogliamo schierarci né con uno stato legale né con uno
illegale, proprio perché crediamo che entrambi siano basati sulla
sopraffazione e la prepotenza. Come i boss impongono con la violenza e
il terrore le loro leggi così, con gli stessi mezzi, sbirri, politici e
preti ci costringono a vivere secondo decisioni che prendono sulla
nostra pelle. Per quelle stesse decisioni ogni giorno le forze
dell’ordine aggrediscono chi lotta contro la devastazione ambientale,
per il lavoro o per una casa in cui vivere. Chi sono gli eroi che
dovrebbero tutelarci in una società “violenta”? Da quale violenza
dovrebbero difenderci? In verità, non esiste violenza peggiore dello
stato che reprime chi lotta per vivere e, grazie alla tv e ai giornali,
trasforma la rabbia di chi non si piega a subire in “terrorismo” e la
catastrofe ambientale in “progresso”.
Così giustificano il regime di “terrore” in cui ci costringono a vivere.
Noi
eravamo ad Acerra contro l’inceneritore così come abbiamo manifestato a
Bagnoli contro la base militare NATO e la militarizzazione del
territorio.
I “nostri” politici sono riusciti a trovare anche una
soluzione anche alla disoccupazione offrendo in Campania 25.000 nuovi
posti di “lavoro” nell’esercito: visto che non sanno più cosa farsene
dei disoccupati hanno ben pensato di trasformarli in carne da macello,
seguendo l’esempio degli USA, che hanno riempito le fila del loro
esercito di disperati senza lavoro.
Allo sfruttamento che subiamo
ogni giorno al lavoro abbiamo intenzione di rispondere con
l’autorganizzazione delle lotte dal basso. Perciò stiamo collaborando
all’organizzazione del 13° congresso nazionale dell’Unione Sindacale
Italiana (un sindacato legato ai principi libertari e autogestionari),
che si terrà dal 23 al 25 aprile a palazzo dello Spagnuolo (in via
Vergini 19).
Ad aprile organizzeremo varie iniziative che hanno come
tematica l’antifascismo, per riprendere lotte ed eventi cancellati
dalla storia ufficiale, ma che noi non dimentichiamo: infatti i valori
autoritari che erano alla base di quel tragico ventennio (patria,
famiglia, religione e guerra) sono gli stessi che continuano a
dominarci e che noi combattiamo.
Ed è la consapevolezza di vivere in
un mondo di guerra, sfruttamento e violenza che ci muove a lottare
contro ogni forma di autorità, potere e istituzione.

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Cineforum: Marx Brothers

Cinerassegna sulla comicità surreale dei fratelli Marx

Mercoledì 2 marzo, ore 20:30
– "La guerra lampo"

Mercoledì 9 marzo, ore 20:30
– "Monkey business"

Mercoledì 16 marzo, ore 20:30
– "Una notte all’opera"

Mercoledì 23 marzo, ore 20:30
– "Una notte a casablanca"

 

 

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Presentazione del sito www.filiarmonici.org

Per un mondo senza galere

Venerdì 25 Febbraio

ore 20:00

– Presentazione di www.filiarmonici.org

Andreotti
era mafioso fino al 1980, ma non va in galera, Dell’Utri viene
condannato, ma non va in galera, il parlamento lancia un salvagente a
Previti, il governo di destra bombarda più di quello di sinistra,
beninteso sempre in missione di pace, Berlusconi si fa le ville
faraoniche alla faccia del popolo dei precari e i giudici invitano a
resistere, resistere, resistere. . . mentre la sinistra si adopera in
piroette e girotondi – il conflitto sociale sembra ormai defunto e al
suo posto le scorie dell’insoddisfazione per l’ingiustizia dilagante
invocano magistratura e polizia ad ogni passo, carcere per i criminali
e per i politici corrotti – ma chi chiede galera può costruire un mondo
libero?

– Cena & Tammurriata

Infidi onorevoli e magistrati coraggiosi

Manette o treppiedi per il capo del governo?

È
ufficiale: con le parole bellicose del rinnovato presidente usa la
democrazia si è messa risolutamente in cammino per divenire il sistema
di pensiero unico planetario e, allo stesso tempo, il modello di
organizzazione sociale al quale tutti dovranno, volenti oppure no,
conformarsi. Già da tempo, chi argomenta o agisce contro i principî
democratici vede immediatamente sminuite, quando non criminalizzate, le
proprie posizioni, in quanto palese attentato all’interesse generale.

L’impressionante
omogeneità di comportamenti delle forze politiche è riflesso di un
livello piuttosto basso di conflittualità, o meglio, di un’efficace
strategia di anestesia sociale. Il potere politico diventa sempre meno
tollerabile e sempre meno giustificabile sono la sua arroganza e la sua
stessa esistenza. Gli onorevoli spadroneggiano senza ritegno, si
dichiarano pacifisti e mandano i militari a bombardare popolazioni
lontane e sconosciute, si definiscono nonviolenti e appoggiano nei
fatti l’uso della tortura, si dipingono sul viso la preoccupazione per
le sorti degli strati più svantaggiati della popolazione e si adoperano
incessantemente per i propri privilegi.

La comprensibile
reazione di una porzione relativamente ampia del pubblico è quella di
cercare in giro qualcuno che provi a porre un freno a tanto
spadroneggiare. Personaggi di una certa fama e probabilmente
disinteressati, interni al potere giudiziario come Antonio Di Pietro o
esterni come Nanni Moretti indicano da anni che a tenere testa al
potere politico è ormai soltanto la magistratura, dotata di un certo
numero di uomini e donne non corruttibili e dunque poco disposti a
distogliere lo sguardo dalla continua e reiterata infrazione da parte
del potere politico delle sue stesse leggi. Se qualcuno pensa che il
fenomeno sia limitato all’Italia e magari al solo elettorato della
sinistra moderata, può essere forse indotto a rinunciare a tale
convinzione dalle parole che seguono:

"Non si vede forse, col
favore di una reazione etica, qualche magistrato coraggioso spezzare
l’impunità che garantiva l’arroganza finanziaria? Tassare le grandi
fortune (l’1% dei francesi possiede il 25% della ricchezza nazionale e
il 10% ne detiene il 55%), tassare gli introiti incassati dagli uomini
d’affari, denunciare lo scandalo delle spese di rappresentanza, colpire
con pesanti multe i gestori della corruzione, bloccare gli averi della
frode internazionale indicando a sufficienza, su una carta leggibile da
tutti, gli accessi al tesoro che i cittadini alimentano e di cui sono
sistematicamente spogliati. Non è meno vero che la pista si confonderà
sotto l’effetto devastante della rassegnazione se il denaro non sarà
recuperato per essere investito nel solo campo che sia veramente di
interesse generale: la qualità della vita quotidiana e del suo
ambiente." (Raoul Vaneigem, Avviso agli studenti, Nautilus, 1995.

Dunque
non un opinionista de L’Unità, ma un santone della colta ultrasinistra
libertaria, guru vivente della defunta Internazionale Situazionista,
che spezza la sua lancia in favore dei "magistrati coraggiosi",
indicando un sentimento che appare più che diffuso, quasi inevitabile.

Infatti,
anche se in una versione molto attenuata rispetto al periodo dei
processi di "mani pulite", i notiziari e la carta stampata traboccano
del perenne conflitto tra gli uomini in toga e quelli che siedono in
parlamento.

Suscitano da una parte indignazione e dall’altra
levate di scudi i disegni per facilitare la caduta in prescrizione di
reati commessi da membri della maggioranza, le sentenze di assoluzione,
semiassoluzione o condanna – da Andreotti a Dell’Utri, da Previti a
Squillante, ai torturatori di Sassari e di Genova e a cento altri,
senza poter tacere dell’impressionante e pittoresca sequela di processi
a carico di Silvio Berlusconi, sommo campione della via italiana al
disorientamento mediatico dello scontro sociale.

Lo schema sta
funzionando perfettamente: la destra forcaiola invoca la tutela del
cittadino dagli eccessi della magistratura, la sinistra garantista
sponsorizza irrigidimenti repressivi (il caso del regime di detenzione
41bis, è particolarmente chiaro), con un’alternanza continua e a tratti
frenetica di ruoli che rende incomprensibili le distinzioni e realizza
nei fatti, dietro l’apparenza di una rissosità esasperata, un partito
unico che non esce però mai allo scoperto.

Anzi, quasi mai. Se
vola un treppiedi allora tutte le forze politiche si esprimono nello
stesso identico modo, e se a qualcuno scappa una parola leggermente
fuori tono sarà sottoposto ad una specie di unanime linciaggio
massmediale.

E come si può dar loro torto: se si diffondesse
l’usanza di sputare addosso ai potenti – come è accaduto allo zerbino
calcistico del presidente del consiglio, Galliani, nello stadio di
Palermo – o di tirargli un cavalletto sul collo appena li si vede come
è successo allo stesso primo ministro, dove si andrebbe a finire?

Già, dov’è che si andrebbe a finire? 

 

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Cineforum: Liberiamoci dalla necessità del carcere

Liberiamoci dalla necessità del carcere

Mercoledì 2 febbraio, ore 20:30
"Fratello, dove sei?"
regia di Ethan & Joel Coen

Mercoledì 9 febbraio, ore 20:30
"San Michele aveva un gallo"
regia di Paolo e Vittorio Taviani

Mercoledì 16 febbraio, ore 20:30
"Il buco"
regia di Jacques Becker

Mercoledì 23 febbraio, ore 20:30
"Un condannato a morte è fuggito"
regia di Robert Bresson

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Rassegna sul cinema surrealista di Alejandro Jodorowsky

Mercoledì 12 gennaio, ore 20:30
– "El topo"
a seguire selezione musicale "tutto Fabrizio De Andrè"

Mercoledì 19 gennaio, ore 20:30
– "La montagna sacra"
a seguire dj set punk, hardcore, indie

Mercoledì 26 gennaio, ore 20:30
– "Santa sangre"
a seguire dj set jazz

 

 

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Iniziativa benefit per Isole Nella Rete

ISOLE NELLA RETE
Isole Nella Rete fornisce spazio web e mail sul
server http://www.ecn.org a gruppi o individualità non istituzionali,
che condividono i percorsi dell’autogestione e dell’antifascismo.

serata benefit per: ecn.org
Giovedì 16 dicembre

ore 21:30
– Proiezione di corti

… a seguire …

in concerto:

– Alterhate (hardcore)
&
– 7°Binario (skapunk)

Dj set live by "A’rraggia"
(hardcore, punk, noise, indie)

 

 

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Pazzi da slegare: iniziativa sull’antipsichiatria

Giovedì 9 dicembre 2004

ore 20:00

– Riflessioni sull’antipsichiatria
con il Collettivo Antipsichiatrico "Violetta Van Gogh" – Firenze (www.inventati.org/antipsichiatria)

– Proiezione del video "No loco"

– Performance del Gruppo Teatrale Kè-Kè

– Cena sociale

– Tammurriata: suoneranno i "Madrigalia"

 

 

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Rassegna cinematografica antipsichiatrica

“MALATI DI NIENTE”

24 novembre, ore 18:30
“Respiro” regia di E. Crialese

1 dicembre, ore 18:30
“Woyzeck” regia di W. Herzog

8 dicembre, ore 18:30
“Matti da slegare” regia di S. Rulli, S. Petraglia, M. Bellocchio, S. Agosti

15 dicembre, ore 18:30
“Family life” regia di K. Loach

"Malati di niente"

"Si
tratta di trasferire al malato stesso il potere di produrre la sua
follia e la verità della sua follia, piuttosto che di cercare di
ridurlo a zero". Foucault

Il mese di dicembre sarà interamente
dedicato all’antipsichiatria e come ancor oggi sia importante lottare
contro l’emarginazione e la violenza inflitta a chi viene bollato come
pazzo. Oltre ad una cinerassegna a tema, il 9 dicembre interverranno
alcuni compagni del Collettivo Antipsichiatrico “Violetta Van Gogh”, di
Firenze, che ci esporranno le sofferenze e le ingiustizie inflitte dal
sistema ai "folli".
La nostra denuncia, affinché venga eliminato
questo sistema di cose, nasce anche dalla convinzione che non esiste
una malattia mentale che giustifichi comportamenti e leggi
discriminatorie e arbitrarie. Si viene diagnosticati "malati di mente"
sulla base del giudizio che lo psichiatra si fa del modo di pensare,
sentire, comunicare della persona che gli sta davanti, come un giudice
che decide cosa è giusto e cosa è sbagliato dire, fare, pensare.
Il
movimento antipsichiatrico nasce nei primi anni 70 e da subito denuncia
le violenze che subiscono sin dalla tenera età i cosi detti malati,
puntando il dito soprattutto sul ruolo repressivo che svolge la
famiglia: luogo inibitorio che amalgama sin dall’infanzia le persone
con il sistema, facendoli divenire cittadini modello. Quindi chiunque
tentasse di uscire fuori da questo mediocre circolo vizioso si
ritroverà etichettato come pazzo o schizofrenico. L’emarginazione,
però, non è la sola violenza che i trasgressori della normalità devono
subire ma anche il cosi detto "trattamento sanitario obbligatorio": un
vero e proprio sequestro di persone, a cui vengono somministrati
psicofarmaci (tipo il SERENASE che procura danni al sistema motorio e
crea uno stato permanente di confusione mentale), rinchiusi in celle di
isolamento e attaccati a letti di contenzione, per non parlare poi
delle continue e sempre sottaciute violenze inflitte loro da infermieri
e secondini (nel caso dei manicomi penitenziari). Se questo non dovesse
bastare a sedare la persona, si passa ad assaltare direttamente il
cervello: negli anni trenta con il coma da insulina, che eliminava gli
zuccheri presenti nel cervello facendolo morire, e oggi con la terapia
elettroconvulsivante o elettroshock in cui al paziente vengono
applicate due piastrine metalliche all’esterno dell’emisfero non
dominante del cervello, attraverso cui viene fatta passare una corrente
dell’intensità di circa 0.9 Ampere con una tensione di 100-110 Volt.
Nonostante la mancanza di adeguati e rigorosi studi scientifici questa
terapia è stata generalizzata e allargata alla quasi totalità dei
disturbi psichiatrici. L’unica cosa certa è che essa, provoca amnesia,
incapacità ad apprendere, danni cerebrali irreversibili, paura, apatia,
perdita di creatività, caratteristiche queste che ne fanno un ottimo
mezzo di controllo. Non é un caso infatti che molti dei suoi primi
esperimenti vennero finanziati dalla CIA, che nell’Africa “bianca”
viene usato come mezzo di tortura per costringere i ribelli a parlare e
che nel 1996 il ministro Bindi abbia reintrodotto questa pratica nei
casi depressione e schizofrenia.
Tutto questo ci fa riflettere su
come la psichiatria possa essere utilizzata dal potere come strumento
di controllo sociale. Chi non si allinea viene marchiato come malato e
come tale va curato. La soluzione più semplice è metterli da parte,
imbottirli di medicinali, e nel caso lobotomizzarli. Così la
psichiatria, pretendendo di curare i sintomi di diffusi malesseri
sociali e, mascherandoli con fantasiosi nomi di malattie inesistenti,
vuole impedire che si vada a fondo del problema introducendo valori di
libertà che comporterebbero una radicale trasformazione della nostra
struttura sociale. Quindi la nostra esigenza è di lottare contro
qualsiasi potere e contro qualsiasi istituzione operi per relegare in
un ghetto i "meno adatti" e i "più scomodi" della nostra società.

"Perché voi non sapete che cos’é un ospedale psichiatrico, né che cos’é la società….
….Perché
io posso testimoniare con chiarezza: questa società è malvagia, è
malsana. I padri di famiglia, i cosiddetti padri di famiglia, sono
degli assassini, siano essi infermieri, siano essi professori. Noi
dobbiamo semplicemente lavarci la faccia per guardarci: e la nostra
faccia è sporca. La faccia di questa società non vale nulla, perché
voi, tutti quanti, siete in malafede…" Un ricoverato

 

 

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Incontro con i compagni di “Libera” (Modena)

Sabato 20 Novembre ’04

L’AUTOGESTIONE È POSSIBILE
da 4 anni
un gruppo di anarchici occupa e autogestisce nella campagna di Modena
un casolare abbandonato, LIBERA (http://www.libera-unidea.org); il
comune (giunta DS) ha deciso di raderlo al suolo per costruire un
autodromo

ore 21:00

– Incontro con i compagni di LIBERA

… a seguire …

– Proiezioni video
– Cena sociale
– SAMBA by dj Sà 

 

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Cineforum: L’infante in rivolta

I bambini non sono proprietà di nessuno, appartengono alla loro futura libertà.

– Mercoledì 3 novembre, ore 18:30
"Angeli ribelli" regia di Aisling Walsh

– Mercoledì 10 novembre, ore 18:30
"Zero in condotta" regia di Jean Vigo

– Mercoledì 17 novembre, ore 18:30
"I figli della violenza" regia di Luis Buñuel

L’infante in rivolta

L’idea
di una cinerassegna sull’infanzia nasce dall’esigenza di evidenziare
una realtà sempre più crescente che è quella diffusa difficoltà, da
parte dei bambini, nel vivere in una società autoritaria. Quindi un
pretesto per ribadire la necessità, affinché una società sia libera, di
orizzontalità nei rapporti compreso nell’educare i bambini.
Un’autentica educazione libertaria, basata sull’aiuto reciproco tra
"educatori" e bambini, infatti si opporrebbe alla povertà del rapporto
gerarchico tra professore-alunno, genitore-figlio o chiesa-fedeli.
Rapporto che ha come unico obiettivo quello di fornire al bambino tutte
le informazioni e le norme che lo rendano obbediente nella società in
cui il minore è inserito. Uno dei più noti pedagoghi Ivan Illich
sosteneva, nel "Inutilità della scuola su Rovesciare le istituzioni"
(Armando editore), che "[…] La scuola qualifica e, per ciò stesso,
squalifica, ma in più convince il non qualificato ad accettare di
essere un sottoposto, poiché la patente di adulto, di persona matura,
nella società odierna è concessa in rapporto al livello di studi
raggiunto […]". A questo si deve aggiungere che nelle scuole italiane
in questi anni stanno sperimentando un farmaco, il Ritalin, già
diffusissimo negli USA, da somministrare ai bambini troppo irrequieti
che secondo alcuni medici soffrono di ADHD, malattia mentale che
sarebbe caratterizzata da iperattività in più disturbi nell’attenzione.
L’Istituto "E. Medea" di Lecco, in collaborazione con l’Istituto
Superiore della Sanità di Roma, ha promosso un’indagine chiamata
"Progetto Prisma" ("Progetto italiano salute mentale adolescenti"),
nelle scuole medie inferiori di sei città campione: Milano, Lecco,
Rimini, Pisa, Roma e Cagliari. L’obiettivo è quello di accertare la
diffusione del presunto "Deficit di attenzione e iperattività"
utilizzando un questionario, che è stato inviato ai genitori di circa
cinquemila ragazzi compresi tra i 10 e i 14 anni, un test a risposte
multiple dove si chiede se il bambino compie errori di negligenza, se è
stato visto agitarsi con le mani o i piedi o dimenarsi sulla sedia, se
quando gli si parla non sembra ascoltare, se corre, si arrampica o
parla eccessivamente o se risponde precipitosamente prima ancora che la
domanda si a stata formulata interamente. Caratteristiche queste
presenti in quasi tutti i bambini, e che spesso corrispondono a doti
creative. Fino al marzo dello scorso anno, il Ritalin, compariva nella
sottotabella I degli stupefacenti insieme alla cocaina, agli oppiacei,
all’eroina, all’LSD. Da quella data è passata nella sottotabella IV,
dove sono presenti gli psicofarmaci.
Questo non è che l’ultimo
tassello di un sistema piramidale sempre più proteso
all’indottrinamento dei propri schiavi e alla repressione di chi già da
piccolo non sottostà alle regole del gioco. Quindi si comprende come
sia falso chi predica una riforma della scuola e come,invece,sia
impellente una descolarizzazione della società affinché si ponga fine
all’appiattimento e la distruzione degli istinti infantili, istinti
cari ad ogni amante della libertà, perché dietro alle loro grida si
potrebbe celare un autentica esortazione alla rivoluzione.

 

 

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